Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza
per sempre
Luca 1,39-56 – Domenica, 15 agosto 2021,
Assunzione di Maria
In questi giorni si parla molto del VI rapporto IPCC che “delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri”.
Questa calura estiva così soffocante fa da cassa di risonanza alle informazioni che invadono i media e catalizzano l’attenzione sui possibili, preoccupanti scenari ambientali futuri, dovuti al cambiamento climatico.
Le notizie sono preoccupanti, l’atmosfera si fa cupa, siamo alle prese con i segni di un fallimento dell’intelligenza umana.
I contagi sono in aumento, le soluzioni trovate, per qualcuno, sono in disaccordo con altri valori considerati essenziali e si parla anche di una terza dose.
Molti portano sulle proprie spalle la croce di una disoccupazione mai auspicata.
Nel mio ambiente corrono voci di ridimensionamento, di progetti che devono essere abbandonati per mancanza di fondi e di “personale”; nel frattempo le chiese si svuotano, gli scandali rimbalzano, si cerca con tutte le forze di far continuare a funzionare una struttura forse ormai stanca; la retorica è posta sugli anziani e sui nonni (nei giorno scorsi si è celebrata la prima giornata mondiale dei nonni, con annesso decreto di indulgenza plenaria). Mi permetto di essere lievemente polemico perché in tempi normali, se avessi fatto scelte diverse, ora potrei essere tranquillamente nonno di molti nipoti; l’età c’è!
In questa plumbea atmosfera l’incontro tra Maria ed Elisabetta è almeno tanto stupefacente, quanto incongruo rispetto all’esperienza del presente collettivo.
La prima si è alzata piena di energia e ha attraversato velocemente una regione di montagna per raggiungere il villaggio al sud del paese dove abita sua cugina. Quest’ultima, vedendola, grida con tutte le sue forze la propria gioia, perché si accorge che stanno accadendo cose così meravigliose da aprire alla speranza un intero popolo. Si ha l’impressione che Elisabetta stia vedendo l’alba del mondo, quando la luce fa la sua comparsa sfolgorante e illumina un panorama grandioso che diventa sempre più nitido. In effetti, stanno per nascere Giovanni e Gesù ed è l’avvento di un cambiamento radicale: tutto è possibile.
Per noi oggi il cambiamento annunciato sembra non corrispondere a questa situazione.
Tuttavia, mi tornano in mente gli occhi brillanti di un’amica quando ha saputo di aver avuto una bimba in adozione; il suo corpo era quasi danzante, sembrava non posasse i piedi sulla terra, praticamente volava.
Ripenso anche agli occhi beati di un amico vedovo che, mi raccontava di essersi sorpreso a parlare per ore, senza sosta, con una donna della quale si era innamorato.
Allora mi domando: ma noi, che apparteniamo a un mondo cupo, come ci poniamo davanti a questo umano che esulta di gioia?
È forse uno shock? Sembra una barzelletta, oppure, a ben vedere, siamo un po’ invidiosi? Non potremmo passare attraverso la stessa esperienza? Sarebbe possibile? O siamo solo dei poveri illusi? Posso arrivare ad essere come Maria e attraversare le montagne pieno di energie? Posso essere visionario come Elisabetta e vedere realizzato oltre misura, e in anteprima, il sogno di un mondo nuovo? Come faccio?
Elisabetta risponde: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? … Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Credo di capire che il bambino vorremmo vederlo fuori di noi, già pronto, già adulto e forte, mentre in realtà è ancora invisibile: sta formandosi. Bisogna essere un po’ visionari come Elisabetta – o lungimiranti – per intuire prima un mondo nuovo; probabilmente solo la fede piena può vederlo nascere. Ciascuno di noi porta con sé la stessa opportunità che accada, lo stesso mistero, lo stesso mondo che chiede di nascere. Per ora vediamo solo in modo confuso un mondo vecchio, che appare piuttosto al tramonto che all’alba: “Ora la nostra visione è confusa, come in un antico specchio; ma un giorno saremo, faccia a faccia, dinanzi a Dio. Ora lo conosco solo in parte, ma un giorno lo conoscerò pienamente come lui conosce me”. (1Cor,13).
D’altronde i discepoli, che avevano pescato invano tutta la notte, risposero a Gesù “sulla tua parola, continueremo a pescare”; poi scopriranno l’alba del mondo.
Penso sia necessario guardare con grande attenzione, mentre continuiamo a fare – al nostro meglio – ciò che c’è da fare: allora forse scorgeremo i germogli di quel che sta nascendo, ed eviteremo la trappola di proiettare le nostre aspettative sul futuro, volendolo subito e come noi immaginiamo debba essere, cioè identico ai nostri presunti bisogni, a nostra immagine e somiglianza. Mentre nascere è sempre diventare altro.
Le due donne rimasero insieme tre mesi, fino a quando Elisabetta diede alla luce un bambino dal nome nuovo: nessuno si era mai chiamato Giovanni nella sua famiglia. Giovanni prenderà una strada diversa da quella di suo padre, quella del deserto e annuncerà la possibilità di un cambiamento salvifico.
Fuori dalla città, più tardi, nascerà Gesù: anche Lui prenderà una strada diversa da quella di Giuseppe, percorrerà strade e sentieri, entrerà nelle case, nei villaggi e nelle città e a tutti -anche oggi – continua a chiedere di nascere e crescere, riconoscendosi figli legittimi in un mondo che è il nostro.
Potremmo anche smettere di metterlo a ferro e fuoco.
NB: in copertina l’incontro tra Maria ed Elisabetta; clicca qui per saperne di più.
Merci beaucoup.
El sáb., 14 ago. 2021 8:39, Tramites escribió:
> Oliviero Verzeletti posted: ” Ha soccorso Israele, suo servo,ricordandosi > della sua misericordia,come aveva promesso ai nostri padri,ad Abramo e > alla sua discendenzaper sempre Luca 1,39-56 – Domenica, 15 agosto > 2021,Assunzione di Maria In questi giorni si parla m” >
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Mi hai disorientato padre Oliviero 😁 Mi aspettavo una catechesi sull’Assunzione di Maria al cielo e mi ritrovo a riflettere sul senso della mia vita. Non che sia strano, tutt’altro. Vivere al meglio! Sempre e solo questo mi chiede il mio Signore. Non è molto quello che devo fare eppure mi sembra un impresa titanica. Grazie. Buona festa dell’Assunta
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Rileggendo il tuo bel commento mi è tornato in mente Eraclito, che, se la memoria non mi tradisce, diceva qualcosa del genere: gli uomini vengono al mondo sempre incapaci di capire quella parola che è (logos), sia prima che dopo averla udita; mentre tutto viene ad essere secondo questa parola loro soggiacciono all’inesperienza, anche se sono esperti di quei termini e fatti che io vado spiegando e distinguendo così com’è naturale che sia: gli altri uomini non sanno cosa fanno quando sono svegli e si dimenticano anche quello che fanno mentre dormono.
Eraclito certo è venuto al mondo cinque secoli prima di Cristo…ma sicuramente doveva aver visto diverse cose; in sintesi, continuando a mettere questo mondo a ferro e fuoco, mostriamo di essere veramente inesperti, per dirla con un eufemismo eracliteo!
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