Testimonianza

Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.

15 gennaio 2023 – Seconda Domenica del Tempo Ordinario
Gv 1,29-34

Che dire? Santi, malgrado noi?
I Corinzi erano molto lontani dalla santità, come del resto si vede attraverso tutta l’epistola, ma erano considerati tali dall’apostolo Paolo, santi non per le loro prestazioni o performances spirituali, ma perché hanno creduto nel Signore Gesù Cristo.
Paolo e Sostene scrivevano alla chiesa di Corinto…
A proposito di una nuova Corinto, qualche sera fa, un amico mi ricordava che in passato si parlava di “professionisti della testimonianza”, designando con questa espressione i preti che testimoniavano per i cristiani del loro contesto di appartenenza e i missionari che testimoniavano fuori da quel contesto: laggiù, per i “pagani”. Quindi, se non eri prete, né missionario, potevi pregare per loro, fare delle offerte e così collaboravi alla testimonianza degli uni e degli altri.
Però lui, il mio amico, aveva qualche perplessità, o meglio, una domanda da farmi.
“Ho sempre vissuto qui – diceva – ma esattamente di cosa dovrei essere testimone? E poi tu, laggiù, hai incontrato solo “pagani”?”
In effetti finché sono stato “laggiù” o “fuori”, molto lontano da qui, questa domanda non mi riguardava, non era davvero un problema mio, era una questione distante ed esterna.
“Il mio problema – continuava il mio amico – si trova molto vicino a me: sono io, cioè la mia posizione rispetto a Dio e alle persone a cui dovrei portare la mia testimonianza.”
Quale Dio? Non lo sapeva più. Sì, certo, sapeva chi era Dio, aveva imparato, aveva studiato, ma che posto aveva Dio per lui nel suo vivere quotidiano?
Si chiedeva, cosa ne avesse fatto di Dio e della religione. In ultima analisi, cosa avesse fatto di se stesso e delle sue relazioni col mondo. Era così sicuro di se stesso? Era così sicuro di Dio?
C’era una relazione tra lui e Dio? Pregava? Ascoltava? Troppa “realtà” ingombrava il suo tempo, troppe cose da fare, troppe preoccupazioni.

Dopo un po’, non esente da qualche milligrammo di esasperazione, gli ho chiesto:
“Hai bisogno di un altro che testimoni di te davanti a Dio? Posso dirgli che sei una brava persona!”
Atterraggio: cercava se stesso. S’era perso per strada.

Io credo non esistano professionisti della testimonianza, ci sono solo dilettanti che gridano nel deserto, senza neanche sapere… si parla di se stessi e solo raramente di Dio, finché, come è capitato al Battista, vediamo un segno che squarcia la nostra incoscienza.

Era un ragazzo eccezionale, quel Battista! Al di qua del Giordano, nella terra di Erode, i romani avevano mille orecchi e governavano con pugno di ferro, Israele nel frattempo straparlava. Improvvisamente Giovanni Battista si riconobbe, primo tra tutti, profeta di un Dio vivente, fattosi uomo. I farisei dicevano che i profeti tacevano da diversi secoli. Gli anziani saggi erano diventati ripetitori della tradizione di Mosè. Il compito era la conservazione di una tradizione immutabile…
Ed ecco che il cielo si riapre, come ai tempi antichi: un profeta annuncia la parola di Dio per l’oggi e la sbatte in faccia, a tutti … Anche a me, ma non importa: meglio! Chi ascolta è molto “fortunato”, un ascolto veramente provvidenziale. Chi è il Battista? Forse Mosè che torna? Forse Elia reincarnato?.
Forse il Cristo? Chi è? – Lascialo parlare, attrae uomini giusti e pii…
I tempi sono maturi… basta con le promesse finte e vuote, basta con la precarietà crescente, basta con i paracadute d’oro, basta con le disgrazie senza nome e i depistaggi… Lasciamo che ci dica lui stesso chi è!
Ma Giovanni non testimonia di se stesso, e non si allontana, non rifiuta di dire chi è: non è il Cristo, non è Elia, non è Mosè, né qualsiasi altra persona, è solo “una voce”, neppure originale, perché ripete un versetto della Bibbia, è una voce, che testimonia di qualcuno che non conosce, ma solo “riconosce” da un segno corrispondente a ciò che ha ascoltato e visto.

Come si riconosce una voce simile? Come so di non essere delirante?
Se è Dio non fa paura, non ammalia, non parla male di alcuno, dona la pace e la capacità di voler bene. Soprattutto è una voce che non parla di te, ma annuncia qualcun altro.
Il suo battesimo? Nient’altro che acqua. Un segno, un indicatore di un altro battesimo e un altro battezzatore. Attesta che Gesù di Nazaret è il Figlio di Dio, e non importa neanche se non capiamo in tutta la portata dell’espressione che cosa sia “il Figlio di Dio”, almeno non più di quanto capiamo cosa sia l’“Agnello di Dio”, ma è: “è Lui”, non: “sono io”! La nostra stessa identità è in quest’uomo, ed è esattamente ciò di cui testimonia Giovanni.
Qual è il fondamento della verità della mia vita?
Qual è la base della verità della tua vita? Domanda infinitamente, intimamente personale. Nessuno può rispondere per un altro. Soltanto chi riceve la domanda per sé può tentare di rispondere, come fece Giovanni prima che i farisei venissero a indagare.
Chi sono? So che la risposta è destinata a decentrarmi, che mi gira e mi rigira completamente, verso qualcun altro: il vuoto, o Gesù Cristo? La risposta di fede non è una teoria … 
Chi dovrei essere? Cosa dovrei testimoniare?
Non ho più niente da guadagnare e non ho più niente da perdere, ma tutto da vivere. Il “me” e l’“io” non mi riguardano più alla maniera consueta.
Solo una cosa diventa davvero centrale, cruciale: “è Lui”, in me e negli altri.

Alla fine, cosa vuol dire “testimoniare”?
In tutto è Lui: via, verità e vita, fin dall’inizio.

NB: immagine di copertina, Rouault Georges (1935), Christ et pauvres, in Mystic masque : semblance and reality in Georges Rouault, 1871-1958, Chestnut Hill, MA : McMullen Museum of Art, Boston College ; [Chicago] : Distributed by University of Chicago Press, 2008, (p.584).

Scarica qui la riflessione sul Vangelo del 19 gennaio 2020

Pubblicato da Oliviero Verzeletti

Missionario Saveriano. Nato a Torbole Casaglia (BS). Cittadino del mondo, attualmente residente in Italia, a Roma dopo diversi anni trascorsi in Camerun.

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