Se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto
30 ottobre 2022 – XXXI Domenica del Tempo Ordinario
Luca 19, 1-10
C’è da chiedersi: “Ma che esperienza ha fatto Zaccheo, per arrivare a dire così?” E a farlo, evidentemente!
Zaccheo è lo stesso pubblicano di domenica scorsa? Quello che chiede pietà per se stesso peccatore? Se è lo stesso, è già su una strada migliore…
La questione – seria – si presenta quando si è giunti a quel punto in cui il male non viene più percepito come tale, ma si trasforma in consuetudine socialmente accettata a causa di una forma generalizzata d’indifferenza, rassegnazione, incoscienza o ignoranza.
Si parla tanto di educazione alla legalità… bene! Ma in quale modo, mi chiedo, è possibile fare l’esperienza di Zaccheo?
Lui, bassino, è salito sull’albero, vale a dire, molto più in alto degli altri, per osservare meglio: magari questo Gesù, questo strano predicatore di successo, potrebbe essere d’aiuto? Mi viene il dubbio – non che sia bello, ma essendo sospettoso… – che da qualche parte possa esistere pure qualcuno che voglia mettere a frutto economicamente perfino Gesù … Anche Enrico IV di Borbone, si dice, ebbe a pensare e a dire: “Parigi, val bene una messa!”
Conosciamo la storia di Zaccheo. Gesù alza lo sguardo e gli dice: “Zaccheo, sbrigati, perché oggi voglio fermarmi a casa tua”; interpreto molto semplicemente come: “Voglio vivere in comunione con te, perché ti voglio bene”.
E Zaccheo per tutta risposta, distribuisce metà della sua fortuna ai poveri, senza che gli venga chiesto nulla, e promette il rimborso con un tasso di interesse del 400% per ogni ingiustizia commessa: una vera e propria rivoluzione di natura individuale, pacifica e pacificante!
Mi si dirà: “Il metodo di Gesù è unico ed è impraticabile per noi, perché Lui era il Figlio di Dio!”. Ovvio, ma è sempre possibile fare come Zaccheo!
Quando il Vangelo dice: “Zaccheo si affrettò a scendere e accolse Gesù con gioia”, afferma che quell’uomo ha deciso di lasciarsi voler bene.
Povero Zaccheo! Quando penso che talvolta viene presentato solo come un peccatore! Subito magari vorremmo far parte di quel gruppo che lo giudica e recrimina, rimproverando Gesù di voler stare con lui!
Eppure, è proprio Zaccheo stesso che dice immediatamente: “Se ho fatto un torto a qualcuno…”
Qual è la nostra prima reazione quando qualcuno mostra interesse per noi? Guardiamo alle cose che siamo stati in grado di fare e di ottenere, ovvero cerchiamo il nostro valore al di fuori di noi stessi. Eppure, la folla ha detto di Zaccheo: “Questo Gesù è andato ad alloggiare presso un uomo che vive nel peccato!”.
Dev’essere andata così: Zaccheo ha compreso di essere accettato e amato dal Nazareno per quel che era, e forse non ha più avuto bisogno di guardare al proprio status e alla propria ricchezza per sentirsi “qualcuno”; ha solo deciso di lasciarsi amare, accettando di ricevere il proprio valore non dalle cose e dagli obiettivi raggiunti, ma da un rapporto d’amicizia senza condizioni. Di colpo percepisce i propri errori come ostacoli frapposti tra se stesso e gli altri, una drammatica stupidaggine.
Ma a cosa corrisponde per me la frase di Zaccheo: “Ecco la metà della mia fortuna, la do…”?
Qual è la mia ricchezza? Non necessariamente i soldi. È il mio tempo, la mia salute, la mia energia. Per altri sarà il proprio denaro, ma anche la propria cultura, le conoscenze, le capacità, l’esperienza, o forse la capacità di essere teneri, comprensivi, sensibili: in breve tutto ciò che fa di ciascuno un essere particolare.
Accettare di lasciarsi amare vuol dire accettare di ricevere il proprio valore da un rapporto d’amicizia verso il prossimo e non più da ciò che abbiamo, anche se non fossero ricchezze accumulate disonestamente, ma frutto del lavoro e/o, metaforicamente, qualità positive in cui consiste la specificità personale di ciascuno. Questo è ciò che deve aver sperimentato Zaccheo.
Nella nostra vita abbiamo vissuto un momento in cui qualcuno ci ha guardato e ci ha detto: “Voglio stare con te, mi beo della tua presenza, ti scelgo, ti amo”?
Nel caso fosse capitata una cosa del genere, cosa è successo dopo?
In alcuni casi uno stravolgimento, un completo capovolgimento del nostro mondo: ciò che prima era importante ha perso valore, ciò che prima non era importante, lo è diventato. Ad un tratto è iniziata una “strana consapevolezza”. Per chi ha fatto un’esperienza del genere il proprio valore non viene più da quel che sa fare e/o dagli oggetti che possiede, ma da un rapporto-relazione-legame vissuto, è il caso di dire, senza se e senza ma. Qualcosa di simile accade a Zaccheo. La gratitudine lo rende immediatamente pronto a restituire, a riparare ogni errore commesso, a intraprendere una vita nuova.
Non è normale che due persone che si amano inizino a condividere tutto? Anche le risorse finanziarie? Un cuore amorevole trabocca di gioia e generosità.
Non è l’esperienza di Zaccheo? Se veramente riuscissimo a vedere in ogni persona la proposta d’amore del Dio con noi e riuscissimo a corrispondere, allora… la questione delle frodi e del mancato senso di legalità sarebbe solo la dispiaciuta memoria di un miserevole errore da riparare.
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